LINDSAY KEMP

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Lindsay Kemp
, compie in maggio 70 anni – nasce nel 1938 sull’Isola di Lewis (South Shields) – e cresce nel nord dell’Inghilterra. Discendente di William Kemp, il clown di William Shakespeare, come il suo antenato, da giovane si trova a fare il buffone per sopravvivere. Studia pittura al Bradford College of Arts, danza con il Ballet Rambert e con Sigurd Leeder e Charles Wiedman. Studia mimo con Marcel Marceau. Passando attraverso queste esperienze e integrando il teatro con la danza, produce Woyzeck, The Maids (Le vergini), Legends, Flowers, Salomè e altri. Lavora come attore in commedie, musicals, varietà, cabaret e in spettacoli di strip tease. Dalla versatilità e dalla ricchezza di queste esperienze, nasce nel 1962 la The Lindsay Kemp Dance Mime Company, che elabora una tecnica singolare di teatro, basata sul coinvolgimento dello spettatore. Della sua compagnia Kemp è attore, ballerino, insegnante, coreografo, pittore, scenografo e… regista. Alla fine degli anni Sessanta sviluppa la propria sintesi fra diversi linguaggi
privilegiando un approccio personale ed innovativo alla danza e al
teatro. La prima produzione: Flowers… una pantomima per Jean Genet. Con la sua compagnia gira, con Celestino Coronado, Lindsay Kemp Circus, La chambre des Anges, Miroir. Partecipa a vari film, fra cui Savage Messiah, The Wicker Man, Sebastiane e Valentino di Ken Russell. Lindsay dirige Ziggy Stardust shows per la star David Bowie, che compare per la prima volta su un palcoscenico proprio con la compagnia di Kemp in Clowns e Pierrot in Turquoise. In contrasto totale con il mondo del pop, Kemp dirige un’opera lirica all’Accademia Filarmonica di Roma, collabora per diverse produzioni dell’Oxford Playhouse, mette in scena spettacoli in Islanda e partecipa a commedie allestite nei teatri del West End di Londra. Partecipa a numerosi festival in Roma, Zurigo, Dublino, Berlino, Spoleto. Numerosi aneddoti segnano la sua vita: Mick Jagger gli mandò un mazzo di cinquecento fiori e sir Alec Guinness lo dichiarò pubblicamente un genio. Rudolf Nureyev, John Cage e Andy Warhol, lo adoravano. Graziano lo incontra nella primavera del 1979, nei camerini di Salomè e Flowers. Poi anche dopo nella sua stanza in hotel, dove conversano. Legano subito.

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GRAZIANO ORIGA
: Dove posso trovare un abito giallo come questo che indossi?!…
LINDSAY KEMP: In Tibet, a Katmandù… Sono stato lì tanto tempo. Ho preso questa casacca ma ho dovuto lasciare giù i pantaloni. Nel libro di Genet, Venere indossa sempre abiti che qualche altro ha lasciato, o anche dimenticato in giro.
GRAZIANO: Di che colore erano le rose che ti ha regalato Mick Jagger?
LINDSAY: Non erano rose, erano dei lillà. Elton John e Bowie mi mandano sempre delle rose, mentre Mick mi manda sempre dei lillà. Ho ricevuto questi fiori a New York mentre lavoravo a Broadway. Sono arrivati in un grande cesto e mi hanno riempito la stanza. È stato molto triste quando queste rose hanno cominciato ad appassire. Dopo sono rimaste… Come quando gli uomini tengono la moglie morta sul letto… A volte anche per vent’anni…
GRAZIANO: …Ti regalano sempre fiori, mai della frutta? Mele…
LINDSAY: Rose, tante rose. Ma anche altri regali, fotografie e molto amore. A volte sacchi della spazzatura.
GRAZIANO: Lindsay, come dirtelo, sei senz’altro il più grande seduttore di gente che abbia mai conosciuto.
LINDSAY: Grazie… Ho bisogno dell’amore del pubblico. Seduco con il colore, con la luce, con l’atmosfera. Quando arrivo al ‘momento’, allora posso scagliare la mia freccia di Cupido.
GRAZIANO: Io ti ho visto in Salomè e questa sera con il Joe vediamo Flowers.
LINDSAY: Flowers è sicuramente migliore di Salomè, perché ho impiegato quarant’anni per crearlo. In altre parole, Flowers è la storia della mia vita.
GRAZIANO: Dopo aver visto Salomè, sento di non essere lo stesso di prima…
LINDSAY: … Dopo aver visto lo spettacolo, è come essere stati sottoposti ad un intervento chirurgico. In seguito all’operazione, noi mutiamo… Spesso non si tratta di un vero e proprio cambiamento, ma si è più consapevoli di quello che è la propria personalità… Quello che cerco, è di fare aprire gli occhi, le orecchie e specialmente il cuore alla gente.
GRAZIANO: Un mio amico, attore di cabaret, è venuto a vedere Salomè e, quando alla fine ha visto che ti sei spogliato, si è innamorato di te…
LINDSAY: … Probabilmente lui non è diventato omosessuale. Io voglio fare in modo che la gente scopra la propria natura e, lui, ha scoperto ciò che c’era già in lui. Comunque, non ho mai fatto alcuna differenza tra uomo e donna perché penso siano la stessa cosa. Io ‘sono’ tutti i sessi, infatti non ho mai detto di essere omosessuale…
GRAZIANO: … Molti dicono, beh, Kemp è androgino…
LINDSAY: Tutto quello che sono, tutto quello che possiedo, può essere visto da tutti perché io dono alla gente quello che ho dentro. Non indosso mai nessuna maschera che possa rendere difficile il capire la mia personalità e, tranne che per Dionisio, non seguo nessun archetipo.
GRAZIANO: Chi era l’attore che fa l’angelo in Salomè?
LINDSAY: David. David Haughton. Il ragazzo che hai visto prima. Ti ha salutato ma non lo hai notato. Salomè come Flowers sono la storia della mia vita, della mia vita interna, la realizzazione di un sogno del subcosciente. Il mio amore sul palcoscenico è molto, molto genuino, amo le donne e amo gli uomini, lì sul palcoscenico. Per me, il teatro è una celebrazione di amore, che è poi la stessa cosa della vita: è un porgere dei doni, un dono.
GRAZIANO: Hai visto quanto piccioni, a Milano?… Nel 1970, quando venivo dalla Sardegna a controllare se potevo vivere in città, stavo seduto per delle ore con i piccioni di Piazza Duomo…
LINDSAY: Amo i piccioni… La mia famiglia include molti piccioni e molte colombe, poi anche serpenti, anatre e bambini. D’altronde, il mio ruolo preferito, è quello di San Francesco, ma anche Giovanna d’Arco. Mi piace Milano ma anche Tokio, Trastevere, Siviglia, luoghi dove si celebra la vita. Sto meglio qui a Milano che in Inghilterra… A Londra mi sento straniero come non mi sono mai sentito in nessuna parte del mondo.
GRAZIANO: Milano, è ricoperta sempre di manifesti, piccoli, grandi e giganti. Bello sai, quello della Motta… Una gigantesca palla di cioccolato…
LINDSAY: Non ho visto Motta. Ho visto solo manifesti in serie e mi è piaciuto in particolare quello con la mano che regge un garofano. Il garofano è il mio fiore preferito…
GRAZIANO: Beh, Lindsay, ma quello è il manifesto dei socialisti, non quello che viene lanciato in Spagna ai toreri…
LINDSAY: … Ma quella è una rosa! Ecco, quello che non mi piace, sono i manifesti fuori dall’Università. Hanno coperto degli edifici molto belli, del dicottesimo secolo.
GRAZIANO: La mia rivista Punk Artist ha sponsorizzato un concerto di Iggy Pop al Rolling Stones di Milano?
LINDSAY: Conosco Iggy. Capita di incontrarlo.
GRAZIANO: Hai visto che non ha nemmeno un pelo sul petto?
LINDSAY: Sì, l’ho visto molto da vicino. Neanche io ho un pelo nel petto.
GRAZIANO: Conosci Giorgio Armani?
LINDSAY: Conosco, ma non lui personalmente.
GRAZIANO: Ho incontrato Klaus Kinski alla Terrazza Martini, per Nosferatu
LINDSAY: Adoro Kinski. È uno dei miei attori preferiti, che esprime tutto se stesso e che si identifica totalmente nei ruoli. Comunque, volevo dirti caro, che nel teatro la cosa più importante è la pazzia. La pazzia spirituale.

La Bella Addormentata

UP IMAGES CREDITS:
Lindsay Kemp portrait, art by Origa,
blow-up
retino b/w+Letraset pantone cyan&green, 25X35, available for sale.

(Cover "Punk Artist" n. 4, aprile 1979,
framed purple for Nova100, maggio 2008)