PIER PAOLO PASOLINI. Il 2 novembre 1975 veniva ucciso l’indispensabile artista e poeta italiano.
«Sembro / provare odio, e invece scrivo / versi di puntuale amore»
«Io non ho alle spalle nessuna autorevolezza, se non quella che mi proviene paradossalmente dal non averla voluta»
«Finché io non sarò morto, nessuno potrà garantire di conoscermi veramente, cioè di poter dare un senso alla mia azione… È dunque assolutamente necessario morire perché, finché siamo vivi, manchiamo di senso e il linguaggio della nostra vita è intraducibile: un caos di possibilità, una ricerca di relazioni e di significati senza soluzione di continuità. La morte compie un fulmineo montaggio della nostra vita»
Su Vie Nuove n. 40, anno XVII, 4 ottobre 1962, Pasolini racconta nella
sua rubrica quel che è successo alla prima di Mamma Roma: «…Il pivello
fanatico che, in cima alle scale della galleria del Quattro Fontane,
nel silenzio che seguiva la morte di Ettore appena accaduta sullo
schermo, mi ha affrontato con urlo stentoreo ("Pasolini,
in nome della gioventù nazionale, ti dico che fai schifo") […]
L’ingiustizia dell’iniziativa patriottica è stata largamente compensata
dagli incivili schiaffi che ho allentato all’eroe, non appena, sicuro
dell’impunità, ha chiuso quella povera bocca di minus habens strillante
il nulla. Dovrei vergognarmi di quella mia reazione improvvisa, degna
della giungla: sono "partito per primo", come dicono i tanto
disapprovati ragazzacci del suburbio, e gli ho dato "un sacco di
botte". Dovrei vergognarmi, e invece devo constatare che, date le
circostanze che mi riducono a questo – a ragionare coi pugni – provo
una vera soddisfazione: finalmente il nemico ha mostrato la sua faccia,
e gliel’ho riempita di schiaffi, com’era mio sacrosanto diritto.» Le
belle bandiere. Dialoghi 1960-1965, Editori Riuniti, Roma 1977
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Pier Paolo Pasolini, portrait by Origa, pen&ink (1976) + pantone, framed for Nòva100, November 2008 (print on canvas 50×60)