A DOLL’S HOUSE / CASA DI BAMBOLA.
Rassegna video. Rosa Barba, Regina José Galindo, Dora Garcia, Klara Lidén, Tracey Moffatt, Pipilotti Rist, Mika Rottenberg, Brigitte Zieger. A cura di Fani Zguro.
Libreria Isola Libri, Via Pollaiuolo 5, Milano.
Inaugurazione 30 Gennaio 2012, ore 19.00.
Fino al 6 Febbraio 2012, Lunedi-Sabato 10.00-19.00.
Lunedì 30 Gennaio s'inaugura alla libreria Isola Libri la mostra video A Doll's House / Casa di bambola curata dall'artista Fani Zguro per Isola Art Center in collaborazione con il Satellite Project. I video presentati offrono una panoramica di otto artiste donne con poetiche molto diverse fra di loro.
Lo spazio della libreria, scelta appositamente per il progetto, ospiterà fino al 6 febbraio, i lavori di Rosa Barba, Regina José Galindo, Dora Garcia, Klara Lidén, Tracey Moffatt, Pipilotti Rist, Mika Rottenberg, Brigitte Zieger. L'ispirazione della mostra, come ci racconta il curatore, è di matrice letteraria e prende il via da Henrik Ibsen.
"Quello che mi ha colpito di più nell’ultimo testo che ho letto, Casa di bambola (Henrik Ibsen, 1879), è la semplicità della sua struttura. La narrazione è tutto. L'autore non è interessato a modificare o interpretare le situazioni, lo stile o la struttura. Tutto è un mini noir che tiene in tensione la trama, mentre il vero scopo è quello di raccontare ancora una volta quel classico dramma nato fin dall'inizio dell’umanità (anche se Morgan pensa che si sia sviluppato in seguito). Attraverso questa mostra cerco di riportare la preoccupazione di Ibsen, anche se la differenza è notevole. Comunque, io credo che varrà la pena di cercare di illustrare il dramma di Ibsen attraverso le opere che ho scelto“.
Isola Art Center nella sua qualità di piattaforma aperta per l’arte contemporanea, ospita la prima mostra di Satellite Project concepita dall'artista-curatore Fani Zguro. Satellite Project organizza, infatti, esclusivamente mostre collettive in collaborazione con altre istituzioni e fa parte di Office – agenzia per l'arte contemporanea, fondata nel 2011. È la quarta volta che Isola Art Center collabora con l'artista albanese, dopo Absolute Beginners nel 2007 alla sede della Stecca degli artigiani, è stata la volta di Street by Street nel 2008 al Punto Rosso, e di No Formula One No Cry nel 2010.
Dopo la privatizzazione e la distruzione dello spazio espositivo della Stecca degli artigiani e dei giardini dell'Isola nel 2007, Isola Art Center lavora come un "Centro Disperso" nel quartiere Isola, ospite di spazi solidali che permettono di realizzare i progetti d'arte contemporanea. Oggi Isola Art Center è impegnato insieme a Isola Pepe Verde per conquistare uno spazio verde comunitario autogestito dagli abitanti e un campo d'intervento per l'arte contemporanea in via Pepe.
PROGRAMMA A DOLL’S HOUSE / CASA DI BAMBOLA a cura di Fani Zguro
Rosa Barba
The Empirical Effect
Fiction, 16mm, 27’ 00’’, 2009
Il principale protagonista del film è il vulcano Vesuvio, che si erige come una metafora della società e della politica italiana – una segreta invenzione alchemica per nascondere e proteggere se stessi.
Regina José Galindo
Punto ciego
Video a colori, audio, 15’ 15’’, 2010
Un corpo nudo è in piedi al centro di una stanza vuota. Solo i non vedenti possono entrare nello spazio. Quando il cieco incontra il corpo si innescano una serie di reazioni. Punto ciego / Punto cieco è un lavoro che esplora il rapporto tra l’opera e il pubblico. Un’indagine approfondita sul comportamento di un gruppo di persone non vedenti davanti a un’opera d’arte contemporanea, una performance, una scultura, un organismo che non si può vedere o capire, e che bisogna riconoscere attraverso gli altri sensi.
Tracey Moffatt
L.O.V.E.
Colore/bianco e nero, audio, 21’ 00’’, 2003
Questo film è una collaborazione tra Tracey Moffatt e Gary Hillberg. Il fade-out di così tanti film è solo l'inizio di LOVE, dove Moffatt e l’editore Hillberg adattano la loro tecnica di montaggio energetica a soggetti più ovvi e più disparati del cinema. Come si vede Bette Davis e la Bond girl hanno molto in comune. Una ricchezza di clip mostra l’amore, il desiderio, la lussuria e la vendetta delle donne. Senza commento o condiscendenza, il film è un remake pieno di allegria e ironia che mostra la storia di un ragazzo e di una ragazza innamorati.
Klara Lidén
Bodies of Society
Video a colori, audio, 04’ 00’’, 2006
Nel film l’artista colpisce ripetutamente, come per fare una prova sonora, la sua bicicletta e libera con questa azione molto semplice delle associazioni di pensiero sui rapporti di potere e di genere esistenti.
Brigitte Zieger
Shooting Wallpaper
Film d’ animazione, audio, 00’ 10’’, 2006
L’artista tedesca Brigitte Zieger, in Shooting Wallpaper sfida il motivo idilliaco di Toile de Jouy sulla sua carta da parati, proiettando le animazioni di un carro armato in movimento, un cecchino che attraverso il suo obbiettivo prende la mira e l’esplosione del modello, il tutto completo di effetti sonori.
Dora Garcia
Zimmer, Gespräche
Colore, audio, 28’ 0'', 2006
L’incontro tra un ufficiale della Stasi e un informatore civile in un appartamento di Lipsia è l'impostazione scelta per Stanze, Conversazioni – Stanze, Conversazioni. La Stasi era l’onnipotente polizia politica della Germania dell’est fino alla caduta del muro di Berlino nel 1989.
La situazione narrata nel video è piena di malinconia, più che nostalgia, e ricrea i codici molto complessi del comportamento in questo tipo di incontri, le modalità molto particolari di parlare e di raccontare, così assurdamente ambigue e criptiche allo stesso tempo. In questo senso, i personaggi della storia sono protagonisti tanto quanto gli attori che le praticano.
Mika Rottenberg
Julie
Video mono-canale, 03’ 30’’, 2003
Courtesy of Nicole Klagsbrun Gallery
Un interesse per situazioni apparentemente mondane ma straordinariamente performative segna l’opera video di Mika Rottenberg. Difficilmente credibili come situazioni reali, i suoi quadri, messi in scena, sono solo un passo oltre l'ordinario, i suoi personaggi non del tutto impossibili. In Julie, si vede una donna camminare sulle mani mentre attraversa un lago innevato, come se questa attività quasi sovrumana fosse una cosa banale.
Pipilotti Rist
You Called Me Jacky
Colore, audio, 04’ 06’’, 1990
Rist è l’originale inventrice di un particolare universo visivo e sonoro all’interno del quale la dimensione sensoriale e quella emotiva sono i principali protagonisti. Rist sperimenta l’intera gamma delle possibili elaborazioni visive, elaborando un’estetica fatta di colori acidi e immagini disturbate.
Allo stesso tempo giocoso e sconcertante, in You called me Jacky / Mi hai chiamata Jacky, Pippilotti Rist performa la sincronizzazione labiale della canzone, la sua immagine sovrapposta con le immagini fugaci viste dal finestrino di un treno in movimento. Mimando con gesti esagerati in un’imitazione convincente di Madonna, Rist negozia l’affermazione della scorrevolezza e i valori di produzione del video musicale così come il suo desiderio di una cruda autenticità.
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