“Quanto a me, con il mio genio, potrei essere ciò che comunemente
suol dirsi un messia…”
Jules Laforgues, Amleto, ovvero le conseguenze della pietà filiale.
MAURIZIO TURCHET: Graziano dear! Grazie per il tuo invito a Oltranza. Sono felice di sentire di nuovo la tua generosa, intensa energia. Come la tua Terra. E grato per la nuova occasione di inventare, ancora, qualcosa insieme, come questo Diary che mi vuoi dedicare.
GRAZIANO ORIGA: Ehi, Mizio, there, still amorevole navigatore. Atlantis, supponiamo ipotesi. Sì, inventiamo sempre – (come i re in esilio) e (mmhh) in età – con l'etico and il ludico. In attesa di tuoi invii, photo minimali o empirici espansi suoni. Absolut nella Crescenza e perfino nella Castellanza, poco-poco/piano-piano/giorno/notte. Tuo. Go.
MIZIO: Stiamo crescendo, non siamo più tendenza: siamo eternità. La parvenue alla regina: "Uh come sei antica!" E in un frullio di ventaglio la regina alla young queer: "Antica? No, io sono Eterna!". Non ci preoccupiamo del tempo che scorre seduttivo e velenoso. Infine egli, il Tempo, non esiste, se non come traccia di rossetto sul parquet del Palazzo. Anche se per sempre. Ti invio per primo il mio ultimo video; mi sto preparando per un viaggio in Giappone dove, con Sergio Calatroni, pensiamo di realizzare una deriva su un suo script e di conseguenza un VIDEO. Saluti da Silvana.
GRAZIANO: Quanti ricordi degli anni Settanta. Silvana… E sentimenti e come le sono grato nei miei tempi milanesi, quando mi trovò da dormire in una portineria, ma alle 6 del mattino dovevo svanire. Come una ragazza timida.
MIZIO: Graziano caro, l'esilio di cui dici sembra Para-dyse. Immagino cieli e acque, deserti e foreste di rara bellezza a Oltranza. Ma è su Google Map?
GRAZIANO: Mizio, che domanda, certo che è su Google, nel posto sbagliato come sempre. Have a nice face week, body. Quando parti per Tokio, in primavera? Go.
MIZIO: Il viaggio con Sergio in Giappone è posticipato, dovrebbe accadere in giugno, con il caldo e la fioritura dei fagioli atzuki, o degli atzeki. Grazie per il titolo, Tokyo-Go suona familiare. Come un Go-ng. E 'Ga', viaggio. TokyoGo suona meglio di TokyoGa. Sto lavorando sulla vibrazione theta, un range di sonorità molto penetrante. Ti abbraccio e ora esco sull'onda theta a presto!
GRAZIANO: Theta… Suona come "con un turchese posso guarire anche te"…
MIZIO: Davvero! È qualcosa di desossiribonucleico, o quanto meno. Ogni brava casalinga lo sa. Sono tempi meravigliosi. Oggi, nel tempo che non c'è, tutto è trasmutato in arte e non c'è altra arte se non Pop Art.
GRAZIANO: Go-ng, nei Settanta facevo una rivista musicale che si chiamava "Gong". Potrei farne un libro. "Go" e "Immagina" sono parole che ho già venduto; ora ne devo cercare delle altre. Pensa, io non ho lavoro, e Twitter ha creato pagina illusoria in rete chiamandola "Origa Job".
MIZIO: Origa-mi a Tokyo-Gong. Ricordo bene la rivista, una pubblicazione da partigiani nella Terra di San Remo. Eppure ha avuto un grande successo. Hai editato decine di riviste in Italia e in Usa, ma quella che ricordo con maggiore affetto è "Punk Artist", c'erano tutti: Nicola, Giulia, Laura e tutti gli eroi di quei giorni così wham glam thank you mam, ma per fortuna non viviamo di ricordi e oggi editi su web. Raramente ho lavorato in vita mia e di quel poco mi vergogno assai. Il lavoro è un lusso inutile e costoso. I soldi crescono sugli alberi e vorrei incontrare l'economista che lo contesta. Alla fine, dear, nella mia vita ho deciso che in futuro forse voglio essere turbato…
GRAZIANO: Oh-oh, beh, io mi accontento di essere disTURbato…
MIZIO: Riconosco tra le righe la tua filosofia. Tradotta in inglese antico: "don't say anything darling, just smile". A Oltranza! Trovata torture: SONG.
GRAZIANO: Bel pezzo, adoro gli HIM in questa versione sottotitolata spagnola che mi mandi. Cuando entren las va a aparecer un cartel ustedes le tienen que hacer click en ejecutar. Di HIM mi piace anche questa preghiera eterna: "He who loves his life shall lose it; and he who hates his life in this world, keeps his life into life eternal." Jesus. Uh, Jesus?! Jesus Who? HIM.
MIZIO: Eccezionale, condiviso su FB.
GRAZIANO: Hello Friend. Oggi la classica della filodiffusione mi ha rapito tutto il santo giorno; ascoltavo e trafficavo coi miei pennini. Poi un docente di musica religiosa – spiegando l'estetica dell'organo in un preludio andantino espressivo – ha detto: "Il peccato è l'oblìo di Dio".
MIZIO: Però, bravo per essere un docente! Forse era un prete.
GRAZIANO: Non so cosa pensare di Monti, se non Monti Passerà, farei anche la coppia Monti Mari, ma bisognerebbe trovare un tecnico che si chiami Mari…
MIZIO: Nicola del Plastic Killer lo dice spesso quando apre la disco "Tutto pàssera", non preoccupiamoci, pàssera anche questo trend così per bene. Mi dispiace che la gente non abbia capito che con Berlusconi abbiamo avuto un presidente punk. In realtà si sono comportati proprio come a un pogo concert: gli hanno sputato, tirato duomi di milano, lattine di birra. Come ai Blues Brothers. McLaren lo diceva: "Non vi preoccupate, lui è come Madonna".
GRAZIANO: Hello là, schillelè. Ormai povero e quasi spento, mi sto organizzando per diventare buddista e resistere allo scoglio-namento della prima e della seconda manovra…
MIZIO: OOOOMMMMMeglio di no, finché la barca affonda i pirati ballano. Vive le POP!!! VIDEO .
GRAZIANO: Mizio, una domanda: perché le donne diventano creative o lesbiche proprio nel momento in cui l'uomo ha un calo di desiderio?…
MIZIO: E viceversa. Soprattutto in Italia sono tutte donne alfa, femmine dominanti. Come dire: donnissime, supervolitive ultradonne con superlabbra e superseni. Interessante è stata l'esplosione dei seni. Ma credo che innesti, protesi e tatuaggi abbiano poco a che fare con la seduzione, piuttosto mi sembra il trionfo della dirompenza. Per implosione. Gli innesti e le protesi sembrano come scarabocchi su una vita che è esplosa. Come nelle "Città della Notte Rossa". Non ci sono più i sessi, soltanto un vuelvete chico in spruzzi di apocalisse.
GRAZIANO: I nostri pellegrinaggi artistici sono Disparati, tanto che talvolta ci perdiamo e sembriamo Disperati… Il lato di te che forse preferisco è quello del suono. Certo vorrei avere un tuo quadro, una tua ampolla della felicità ma, più di tutto, un fischio sintonizzato.
MIZIO: Davvero?! Mi dai una grande gioia. La musica è la mia passione segreta. Ti dedico questo pezzo, ALPHABEAT-THETA, finito proprio ora anzi credo che vada ancora arrangiato ma farò i remix. Non ha pretese musicali, si tratta di punk-terapia, punk-age sulle frequenze alpha-theta, è un misto di ingenuità e di rumori di fondo. Dopo due giorni che ci lavoro sono stordito. Perciò sono convinto che curi il cancro e forse anche le verruche. È un omaggio a Lady Gaga e agli Air, Alpha-beta-gaga.
GRAZIANO: L'idea della morte, con due persone presenti per caso, potrebbe essere che uno dice: "Oh, ma questo non è morto!" e l'altro "Hai ragione, ci sono ancora segni di vita…"
MIZIO: Capisco cosa intendi, su Marte si chiedono se c'è vita sul pianeta Terra.
GRAZIANO: Tu come ti fai compagnia? Hai cani e gatti… Insomma qualcuno che guarda la tv con te…
MIZIO: Avevo una gattina, Afrodite, dono della mia fidanzata quando cambiò casa ma ora non c'è più. Passo le giornate e anche le serate col mio amico Mac, che di cognome fa Apple. Apple iMac. Siamo simbiotici. Parlo molto anche con iPhone, con Siri. Questi sono i nuovi cuccioli, destinati a crescere.
GRAZIANO: Io ho avuto il divorzio da mio marito dopo 30 anni. E ora di certo non mi compro un cane almeno che non lo incontri per strada; un bombolaio che conosco ne ha comprato uno, poi ha dovuto portarlo da un oculista…
MIZIO: Tutti dovremmo farci visitare da un buon oculista/occultista. Infatti le immagini arrivano all'occhio diritte e il cervello – quell'intestino mancato – le rovescia!! Così siamo convinti di stare a testa in su. Viviamo in un mondo rovesciato, se un giorno vedessimo la realtà come è, sarebbe davvero una bella sorpresa!
GRAZIANO: È tempo di lasciarci, Mizio. Ah, saputo solo oggi che, c'è un tempo per ridere, un tempo per piangere, un tempo per ballare. Così mi sono accorto di avere perso tutto il mio tempo per niente…
MIZIO: Eccoci ancora qui con le piume di struzzo e il sacchetto di ossa e sassi come gli antichi sciamani ma con Twitter e FB in più. Don't stop the dance! Grazie per questo radioso giro di walzer.
1.
Oltre.
Oltre la rimembranza dell’infanzia felice, l’elenco degli studi a bottega presso i più grandi artisti, desiger e architetti, la cronologia delle consulenze presso le aziende di tecnologia, design, moda, le esposizioni in Italia e all’estero, le pubblicazioni, che si possono leggere nel cv del sito www.turchet.it troviamo una descrizione di Maurizio Turchet della band le Negresse Verdes nella canzone intitolata Maurizio vieux garçon, che tratta di un invito a nozze:
“Du regard de sa mère Maurizio tenait
Une étrange lueur qui te glaçait de peur.
Enfant de misère, seul fils de son père
Véritable vaurien qui s’est enfui si loin.
Attaché à la chaîne d’une vie tracée,
Pris dans ce carcan pouvait-il s’échapper?”…
“Nei riguardi di sua madre Maurizio aveva
Una strana chiarezza che ti gelava di paura.
Bambino di miseria, figlio solo di suo padre
Vero mascalzone fuggito lontano.
Addetto alla catena di una vita tracciata,
Preso in questa gogna poteva mai scappare?”
e così via…
Tratto da Ooh mama mia, Les Negresse Verdes, dalla colonna sonora La Sirenetta, Walt Disney.
Commenta Maurizio:
“La filosofia europea è erede di Edipo più che di Minotauro, figlio del Toro Celeste e di Parsifae, la donna mascherata da vacca, iI suo aspetto è terrifico ma il suo rango è stellare. Edipo invece è tragicamente umano e pedantemente inconscio (io non sapevo…) e avvinto dal dubbio tra l’essere e il non essere e soprattutto dal non sapere, si condanna alla causalità senza possibilità di redenzione”.
Maurizio Turchet, autoritratto, 2008.
Ma veniamo al percorso che porterà Maurizio a instaurare una relazione bordeline con l’operatività artistica, un ambiente riduttivo quello dell’arte decorativa che lo indurrà a rifuitare l’etichetta di artista poiché interessato a operare con veicoli di comunicazione attraverso lo Spazio ordinati dal Tempo e a realizzare pertanto oggetti fuori misura difficilmente collocabili.
2.
La belle histoire.
Maurizio Turchet, Out of Eden, digital file, 2006.
“Avevo realizzato un modello in miniatura del Giardino dell’Eden. Su una collina accanto ad un albero ricco di frutti un pittore dipinge una modella guardando oltre. Lo chiusi ermeticamente. Divenne un dono di nozze per il matrimonio di Jordan e Kevin, l’X-Jubilee, nel 1980. Dopo qualche tempo mi comunicarono che all’interno del microambiente sigillato era nata una mosca. Alcuni decenni più avanti trovai una versione della vicenda dell’Eden secondo cui lo sguardo di Adamo avrebbe forato la barriera protettiva del microambiente sigillato, permettendo così al Serpente di entrare”.
3.
E se fosse Biancaneve?
Maurizio Turchet, Seduzioni concertanti per Biancaneve,
Ed. Cagnone Pieracini, Milano, 1980/1990, fuori catalogo.
“Un giorno mi trovai ad osservare il volto di Biancaneve attraverso il cristallo della bara. Non era proprio morta, si trovava in uno stato di karma coma.
Per comprendere cos’era avvenuto conveniva ragionare come una gallina.
Così facendo mi apparve chiaro che il boccone del frutto dell’albero del bene e del male si era andato a cacciare proprio dietro la lingua della povera fanciulla e aveva provocato lo stato di morte apparente.
Desiderai ardentemente di curare la povera ragazza. I nani erano sette come i giorni della settimana, come i Magnifici sette, Sette spose per sette fratelli e come i corni d'ariete che stringevano d’assedio Gerico e la Prostituta Sacra, Asherath, la madre degli dei, rappresentata da una prostituta nuda chiamata Santità. Immaginai dunque un giardino in tre colori e sette note e iniziai a comporre il collage di frammenti in 22 tavole. Mi lasciai trasportare dalla diffrazione dell'iride e iniziai ad assemblare la partitura illustrata per l’Opera”.
Dopo nove mesi Biancaneve vide la luce: “Era bianca come la neve, rossa come il sangue e dai capelli neri come l'ebano”.
Le nozze furono celebrate il 29 Maggio, a Milano. Il viaggio era iniziato. Troppo tardi per tornare.
Cappuccetto Rosso aveva lasciato tracce di rossetto tra le calli.
– Don't look down…-
Il libro con la partitura fu pubblicato nel Dicembre del 1990 e alla fine la lettera involata sarebbe tornata al legittimo proprietario.
4.
La leggenda della ninfa Io.
Maurizio Turchet, Cave of Dhikti, Knossos Labyrinth – Crethe. Polaroid slide, 1987.
“Tutti i Cretesi sono sempre mentitori” si prende cura di avvertirci il poeta Cretese Epimenide.
Knossos è la prima città della storia, antenata delle odierne megalopoli, è l’archetipo della città, che è un dedalo di strade. Creta è il giardino degli aromi dove crescono il cynammomo e la lattuga, dove il verme convive con la spezia. Occhio e ano del mondo Creta, sacra a Zeus, è attraversata dalle leggende. Tra queste si narra che Zeus si fosse innamorato di Io, una ninfa leggiadra, ma quando il Dio, che si era tramutato in nuvola, stava per sedurla > giunse Era, sua moglie. Zeus trasformò Io in vacca per salvare le apparenze ma Era, gelosa, inviò contro di lei un’ape assassina e le mise a guardia Argo Panopte, dai mille occhi, affinché non si ricongiungesse con Zeus. La ninfa inseguita dall'ape assassina iniziò un lungo pellegrinaggio che la portò ad attraversare il mar Ionio, che prese dal suo nome, i Balcani, le regioni dell’Asia Minore, la Persia, arrivando fino in Sri Lanka. Al suo passaggio nasceva il culto del fuoco e della vacca sacra e ricresceva un'erba nuova. Attraversò l’India e tornò nelle regioni del Mediterraneo dove morì nel dare alla luce una figlia.
Maurizio Turchet, Appunti di viaggio, Zeus in forma di nuvola bacia la nifa Io, collage, acrylic on wood, cm 100 x 150, 1996.
“Nella pittura ogni singolo gesto implica la responsabilità terribile di una scelta e non sarebbe necessario scomodare Derrida per confermarlo. Iniziai a dipingere seguendo la partitura delle Seduzioni Concertanti per Biancaneve.
La prima mostra, nei locali della galleria Zeus, a Milano nel Dicembre 1984, s’intitolava Giardini. Era una mappa della megalopoli planetaria, la città giardino palcoscenico della fiaba. Due testimoni: Phisis, in fuga rivolta al futuro inseguita dalla catastrofe che avanza e la ninfa Io, che fugge a ritroso inseguita dal calabrone, alla ricerca dell’origine. Ultima tappa di questo viaggio nelle città fu il Labirinto di Knossos, la città originaria, dimora di Minotauro.
Durante il tragitto la pittura divenne per me una sposa più che una posa e l’incanto proseguì fino al 1994 quando la pittura decise di andare a torturare qualcun’ altro. Ma in verità avevo solo finto di dipingere. Si era trattato della recita di un pittore che dipinge una modella guardando oltre. D’altra parte dopo Caravaggio la pittura non sarà che di maniera”.
5.
Anuradhapura.
Maurizio Turchet, Bumble bee, acrylic on canvas, cm 100 x 70,
Collezione Museo di Tel Aviv, 1987.
6.
Nell'assenza della Tigre.
Chitwan, South Nepal – Nessuna creatura è paragonabile alla Tigre per regalità, forza, bellezza e generosità. Soltanto quando si incontra la Tigre nel suo regno si può comprendere che Ella è assenza, come aveva notato con grazia Cristina Campo.
La Tigre non si mostra ma traccia la testimonianza della sua assenza attraverso le impronte incavate nella sabbia e le incisioni negli alberi.
7.
Le Miniere di Re Salomone.
Maurizio Turchet, photo, Solomon Mines, digital print, Negev Desert, 2009.
“Partii alla ricerca delle miniere di Re Salomone. Le trovai dove erano segnate sulle mappe. Nel 1999 arrivai sul Kineret, il Lago di Tiberiade e iniziai a lavorare su un progetto che dal 2008 ha prodotto una serie di esposizioni ed eventi sulla contemporaneità del Paese, in collaborazione con il Comune di Milano e l’Ufficio Nazionale del Turismo d’Israele".
8.
Nomads.
Maurizio Turchet, Sedom Mount – Judea Desert. Photo: Alessandra Varisco Franch.
9.
In principio.
Maurizio Turchet, risposta alla domanda “Che cos’è una casa?” posta da Sergio Calatroni per progetto MAAM.
Tutto ebbe inizio con una Beit, la seconda lettera dell’alfabeto. Beit è anche casa.
Maurizio Turchet, Bereshit, In the beginning God created heaven and earth, Genesis 1:1 sound+video.
10.
Raphael Enameled.
Raphael Enameled, installazione, Studio Gabelli, Milano, 2011.
Raphael Enameled è un titolo ready made modificato da un'opera di Duchamp dove Apolinére è sostituito con Raphael. Apollo è il dio delle arti, della medicina, della musica e della profezia. Refael è il primo angelo che cura che si incontra nella Torah e rofé in ebraico è il medico. Raffaele è il secondo nome di Turchet ma il medico è Giancarlo Gabelli, curatore e ospite, colui che ha ospitato l’installazione presso lo studio dentistico nel Marzo 2011. Apollonia è la santa patrona dei dentisti.
Salty fish è un’installazione composta da un vaso che contiene un modello di squalo ricoperto di cristalli di sale appoggiato su un meta-mobile con strisce gialle e nere ai lati, un avviso di pericolo: attenti al Leviatano, l’irriducibile mostro degli abissi, Giobbe 40,20-28 e 41, 14-17, la cui carne però è kosher, pura,
è commestibile.
11.
(Zurüch Zu) Weissem Und Schwarzen.
Maurizio Turchet, Weissem und Schwarzen, assemblaggio, display di occhiali, vernice spray, pirite, alluminio, 2011.
12.
I saw you on the wireless back.
13.
And HOW!
And HOW! In occasion of the centenary of the death of Marshal Mc Luhan.
Event by Tecnocreativi. Text from Marshal McLuhan’s The medium is the massage. Songs: White Rabbit performed by Collide, No G.D.M. by Gina X.
Video MaurizioTurchet.
14.
Alphathetabeat.
Alphathetabeat. The results of the interaction between a danger tape a japanese pupet a punch ceramic car a bright elk a freezer and a doctor.
15.
Maurizio Turchet, Prossima fermata, Annunci dei treni di Tokyo, sound check di software, 2011.
16.
Memory of Apollo 9 Maurizio Turchet, music for videos, Memory of Apollo 9, new sound, 2012.