BRIGATA STIRNER presenta il liveset basato sul film "YUKE YUKE NIDOME NO SHŌJO" di Kōji Wakamatzu. Con Introduzione di Nicola Boari, autore del libro "Wakamatsu Koji-Il piacere della distruzione".
Rassegna "Solo il mio Nero – Visioni e sonorità industriali nella Grey Area". Cagliari, sabato 23 marzo 2013 ore 20.30. Cineteca Sarda Viale Trieste 126.
BRIGATA STIRNER: i musicisti cagliaritani Roberto Belli e Arnaldo Pontis hanno ulteriormente concretizzato un’unione artistica che dura ormai fin dal 1993. Già membri fondatori della Machina Amniotica, con questo progetto si dedicano più specificamente al suono elettronico estremo fra l’ambient-industrial e il power electronics, basandosi concettualmente su solide esperienze letterarie e filosofiche che hanno come prima fonte d’ispirazione l’individualismo anarchico del filosofo tedesco Max Stirner. Brigata Stirner presenta dal vivo delle performances a metà strada fra il concerto e il reading su scenari sonori elettronici noise-industrial e sperimenta l’unione fra il suono elettronico/rumoroso industrial e post-industrial, la parola e la videoinstallazione. (photo origa/sara pinna)
WAKAMATSU KŌJI: regista nipponico nato nel 1936 e recentemente scomparso, che ha girato oltre cento film, tra cui numerosi film erotici del genere pinku eiga che si discostano dagli altri prodotti seriali di quel genere per lo stile e l’originalità delle situazioni. Wakamatsu In gioventù dopo degli studi di agraria inizia a lavorare come operaio e fattorino e la sua affiliazione giovanile ad una gang della Yakuza gli costa la prigione. Esce dal carcere a 23 anni ed entra nell'industria televisiva, quasi per caso, come assistente alla regia e grazie a delle fortuite conoscenze del suo periodo di reclusione. Arriva in seguito ad esordire nel proprio paese all’inizio degli anni sessanta con produzioni pulp e di genere porno-softcore ma diventa uno degli autori di spicco del cinema sperimentale giapponese, noto anche oltreconfine e annovera nella sua filmografia titoli che vanno ben al di là del genere di esordio per penetrare una più profonda e morbosa riflessione umana. Il suo cinema anche se a carattere erotico poggia infatti su fondamenti di anarchia e nichilismo e affronta tematiche complesse come la vita, l’istinto e la ragione, la morte, la sessualità.
E’ cinema mai banale o di genere e anche quando in un genere viene inserito, spesso per convenienza o incomprensione da parte della critica, risulta molto lontano dalle produzioni più commerciali che caratterizzano la maggior parte delle opere “pinku eiga” nel suo paese. «I film di Wakamatsu Kōji offrono ai loro spettatori un’esperienza che non ha equivalente alla luce del sole. È la voce del desiderio, dei propositi delittuosi, e quindi della miseria screziata, che echeggia nella notte». Con queste parole Nagisa Ōshima parlava di Koji Wakamatsu, un regista che stimava e volle come produttore per il suo noto film “Ecco l’impero dei sensi “ (1978).