GUIDO CREPAX (1933-2003). Photo by Joe Zattere. Mostra Valentina, la forma del tempo alla Triennale Bovisa, Milano, fino a gennaio 2009. Valentina, 1965, rappresenta trent’anni di cambiamenti,
soprattutto nell’ottica femminile della
moda.
L’obiettivo si concentra su Milano, città di Valentina,
dal punto di vista sognante e talvolta psichedelico.
Presente in esposizione anche la ricostruzione dello studio di Crepax (e il suo armadio). Graziano conosce Guido nel 1975 per la rivista Contro. Erano in sintonia e si sono poi visti sempre, ogni tanto.
L’ultima volta nel 1993, nel suo studio in via De Amicis, in Milano.
IMAGES CREDITS:
Guido Crepax, photos by Joe Zattere, 1993
GUIDO CREPAX: Da bambino non ci pensavo neanche a disegnare. Sono stato però molto precoce. Mia mamma dice che io ritagliavo già quando avevo due anni.
GRAZIANO ORIGA: Molti hanno l’idea che quando uno crea, copia o ricopia qualcosa…
GUIDO: …Mi infastidisce quando lo dicono. Certo, per gli abiti di Valentina guardo Elle, per una macchina fotografica vado a vedermi Zoom. Mi servo molto di questi cataloghi che sono della fine dell’800. Ad esempio ho ripreso molte stufe, o questa sedia qua, ma come vedi la cambio un po’.
GRAZIANO: Oh beh Guido, non ne ho fatto mai un problema, io prendo e riprendo tutto, lo filtro e lo inverto, così poi diventa diverso…
GUIDO: …Rimangono segreti professionali. Vedi questa penna?… Un mio amico – il Tullio Pericoli – mi dice, ah, dove hai trovato questa penna, è interessantissima. Beh, l’ho fatta io. È un tubicino alla quale ho infilato dentro questo aggeggio che è un portagessetti. Io il rapidograph, non lo uso, troppo uniforme.
GRAZIANO: Tutti spingono sempre il fumetto come se avesse bisogno di essere spinto, o per farlo diventare altro…
GUIDO: …È una creazione autonoma. Io, e parlo per me, ho però la presunzione di fare un fumetto come un regista fa un film. Ecco, non dico, un momento, non sono così presuntuoso da raccontare che la mia via è l’unica da seguire.
GRAZIANO: Ogni tanto vogliono censurare le creazioni artistiche…
GUIDO: No, neanche le raffigurazioni erotiche. È un problema di gusto. Comunque le creazioni non possono essere censurate. Io sono contro ogni forma di censura, perché allora bisognerebbe censurare l’idiozia e tante altre cose. Ciò non vuol dire che certe cose non siano veramente orrende. Non so, per esempio a un bambino piccolo non leggerei un libro delle gesta di Hitler. Ora io ho fatto Histoire d’O per Franco Maria Ricci e molti la giudicheranno assolutamente oscena. Anzi, lo è. È pornografica, orrenda, spaventosa; può darsi benissimo che ci scappi una denuncia, speriamo di no perché io non sono certo alla ricerca di questo. Però non so, i miei figli – quello che hai visto adesso non ha neppure cinque anni – un po’ le ha viste queste pagine. Cosa vuoi che le vada a nascondere? Non l’avrò chiamato espressamente per fargliele vedere, ma insomma io sono per una generale libertà d’intelligenza.
GRAZIANO: Hai subìto mai alcuna censura, da parte degli editori…
GUIDO: Più che censure discussioni. Giovanni Gandini, l’ideatore di Linus, simpaticissimo, è sempre stato un po’ pauroso… Allora ci siamo scontrati spesso, quindi un po’ di autocensura c’è stata, certamente. Beh, vedi, Gandini è di quegli uomini veramente maliziosi. Lui vedeva delle cose a cui io non avevo neppure pensato. Però devo convenire che una certa autocensura iniziale ha giovato molto a Valentina, permettendole di rivelarsi un poco per volta.
GRAZIANO: Conosci i lettori di Valentina?
GUIDO: No. Le lettere che ricevo sono sempre delle rivelazioni per me. Quando mi dicono che approfitto del gusto corrente, del sesso, io respingo questa accusa. Questo gusto ce l’avevo già prima e i miei disegni non sfruttano affatto la voga, anzi vanno abbastanza contro, lo dimostra anche la difficile vendita dei miei libri. Il mio erotismo è troppo intellettuale. Poi io rifuggo da quello che è l’erotismo all’italiana, quello che
ricorre alla volgarità spicciola, alle corna, alle scene di tutti o quasi i fim italiani. Guarda Graziano che io non sono esterofilo, io non sono neanche nazionalista, sono molto antifascista, sono decisamente internazionalista, sono molto comunista. Chiusa questa parentisi volevo dire che forse mi troverei meglio in Francia… Sono di quelli che sull’erotismo non ama scherzare. In Italia, vedi, sarà che è la patria di Boccaccio… Ecco, io mi sento poco boccaccesco. Mi sento molto più vicino a Sade…
GRAZIANO: Tra i disegnatori italiani chi stimi?
GUIDO: Dino Battaglia, è un portento. Lo considero un po’ il mio maestro, direi, perché ha dieci anni più di me. Poi c’è Hugo Pratt che ammiro, è un raccontatore formidabile. Nel disegno posso avere qualche… Però a me piace anche il disegno, l’opposto del mio, il suo essenziale, il mio analitico. L’America non ha molto da dire, in Francia c’è Druillet.
GRAZIANO: Come ti racconti come persona?
GUIDO: Ah, guarda che io sono deludentissimo, basterebbe il fatto che sono sempre a casa, che ho tre bambini, così, direi molto borghese. Sono abbastanza presuntuoso, sono pessimista agli occhi dei miei amici, rido poco, sono introverso. Sono sinceramente comunista. Adesso penserai che sono pieno di contraddizioni perché dovrei vivere in modo diverso, ma sai, queste cose te le porti dietro. Sono borghese, però mi permetto di avere dei pensieri, degli ideali, da comunista. Certo che se mi dicessero che col comunismo dovrei cambiare mestiere non riuscirei a tollerarlo, questo no.