Vettor Pisani. Vanillaedizioni. Catalogo, brossura filo refe, pgg. 160, 16,5×23, 80 immagini. Dicembre 2011. Testi di Renato Barilli, Gabriele Perretta, Marisa Vescovo.
Presentazione del catalogo monografico: venerdì 16 dicembre 2011, ore 18.30. Sede San Carpoforo, via Formentini 12, Milano. Interventi di Renato Barilli, Gabriele Perretta, Marisa Vescovo e video a cura di Mimma Pisani.
Stando alle analisi di K. Jaspers, che risalgono ai primi anni del ‘900, l’opera di Pisani appare all’interno della sua aura epilettica che rimane metaforicamente dettata dalla vischiosità della condizione estetica e conflittuale contemporanea. L’arte di Pisani è politica perché tratta di un’isteria pubblica (o meglio in pubblico), che tende a colpire il fruitore tramite il Theatrum della ferita. Con l’attualissima, e fino alla fine presente, “Maschile, femminile e androgino. Incesto e cannibalismo in Marcel Duchamp”, Vettor Pisani – nel portare avanti gli insegnamenti Rosacroce, i riti alchemici, le filosofie esoteriche, il mistero della Sfinge, il mito di Edipo e la figura di Klein e Beuys, sulla scia di una psicoanalisi della libertà, intesa come pensiero tragico ed ermeneutica dell’esperienza simbolica – ripropone il problema della possibile compatibilità fra esistenza dell’arte e realtà del male, cercando di trascendere la radicata tendenza occidentale di attenuare, o addirittura rimuovere, quell’incoercibile e demoniaca energia malvagia, che impronta ineluttabilmente il creato, pietra d’inciampo che l’arte, l’estetica e l’etica tutta, non possono permettersi di aggirare o ignorare.
Tratto dal testo Sull’esperienza culminante e l’ontologia dello Scorrevole in Vettor Pisani! Artis initium dolor di Gabriele Perretta