RUGGERI: SONO STATO PIÙ CATTIVO

In occasione del suo sessantesimo compleanno, Enrico Ruggeri, per la prima volta, decide di raccontare la sua vita in un nuovo libro. Biografico. E lo fa partendo fin dal principio, con pagine bianche e nere. “Sono Stato Più Cattivo”, Mondadori. Omnibus.

Ruggeri-cover by origa

 

Enrico Ruggeri, photo, pantone, portrait by Origa, 1978,

Decibel Private Collection

I don’t think so

«18 anni: il mio inglese scolastico si scontrava con un muro di I dont’ understand»

Siamo il prodotto di segni che lasci la vita

«A grandi linee ci sono due modi di reagire agli stimoli della famiglia: la simbiosi e il contrasto»

Diciamo le preghierine

«Mettetevi in fila per due: fuori la vita ci aspettava»

Da questa vecchia casa

«Avevo bisogno di un padre anch’io: ed ero disposto ad accettare le sue condizioni»

La giostra della memoria, Beato tra le donne, Questo bambino è proprio strano, Alti e bassi, I favolosi anni ’60, Il treno che andava incontro al mare, La festa appena incominciata, Forti coi deboli, Verso la fine dei sogni, La prima sigaretta, Il brusco risveglio, le radici, Arriva la musica, Il concerto, Verso il piombo, Peggio per te, Facciamo la band, London calling, Punk prima di te, Adesso facciamo sul serio, Il primo festival, Grandi idee e piccole persone, Ripartire da zero, Quando sogno non ho un’età, Poco più di niente, Quando tutto cambia, A casa quasi mai, Moriremo crescendo, Gloria e polvere, Senza tregua senza vergogna, Per ora si chiude

 

È il 1975, siamo in una discoteca di Londra. La serata sta per finire, un ragazzo diciottenne, in pellegrinaggio dall’Italia nella capitale della musica, sta ballando un lento con una ragazza. Vuole fare colpo. “Sono un musicista” le sussurra all’orecchio nel suo inglese stentato, “forse un giorno qualcuno ballerà con una delle mie canzoni”. L’inglesina non alza nemmeno lo sguar- do. “I don’t think so”, non credo proprio, risponde con una smorfia.
Due anni dopo, quel ragazzino firmerà il contratto per il suo primo disco. Dodici anni dopo, conquisterà la prima vittoria al Festival di Sanremo e un disco di platino. La rabbia per quelle parole londinesi – e per molte altre cose che gli erano già suc- cesse – è stata, confessa oggi, un motore straordinario.
In occasione del suo sessantesimo compleanno, Enrico Ruggeri, per la prima volta, decide di raccontare la sua vita. E lo fa partendo dal principio, dalla sua infanzia milanese, la depressione del padre – uomo intelligente e affascinante che però non riusciva ad andare a prenderlo a scuola tanta era la fatica di alzarsi e uscire da casa – e l’abbraccio di due generazioni di donne forti e iperprotettive che, con le migliori intenzioni, contribuivano alla sua solitudine.
Si continua con gli anni del liceo, nella Milano dei 70, in cui era quasi impossibile sfuggire al conformismo della contestazione, che nell’imporre mode e gusti alternativi passava in un attimo dal grottesco alla violenza. Intanto c’era stata la prima delusione amorosa e, soprattutto, l’incontro con la musica – i 45 giri dei Beatles, di Lou Reed, dei Roxy Music da ascoltare in loop tutto il pomeriggio – e il sogno di fondare una band. Si arriva così all’università, alla comparsa dei Decibel sulla scena punk mi- lanese, alla nascita di sodalizi musicali indissolubili come quello con Luigi Schiavone, alla lunga, altalenante cavalcata verso l’affermazione. Con la rabbia, la sete di riscatto e la voglia di andare controcorrente come inseparibili compagni di avventura. Partendo dalla convinzione che siamo quello che viviamo, nel bene e nel male, e che “scrivere può salvarti la vita”, Enrico compone uno splendido memoir letterario onesto e spietato, lì per lì in un modo o nell’altro, una corsa urgente sulle montagne russe che, ripercorrendo con affetto e durezza la sua vita, tappa dopo tappa, illumina i suoi successi e fallimenti, le cadute e le rinascite.

 

Enrico Ruggeri (Milano, 1957) è uno dei più noti e amati cantautori italiani. Ha all’attivo trentatré album e vari libri fra cui la raccolta di racconti “Piccoli mostri” (Feltrinelli, 2000) e i romanzi “Che giorno sarà” (Kowalski, 2011), “Non si può morire la notte di Natale” (Baldini Castoldi Dalai, 2012), “La brutta estate” (Mondadori, 2014) e “Un prezzo da pagare” (Mondadori 2016).

Enrico Ruggeri Official

Mondadoristore

Enrico Ruggeri Wiki

Discografia

Punk Artist

Music video by Enrico Ruggeri performing Il capitano. © 2013 Anyway Music Srl

Ho costeggiato dirupi profondi, seguendo sirene di mari di mondi.

Ho capito la notte più nera cercando le tracce di vita.

Ed ho avuto compagni di strada, perduti a contare le stelle coi tempi scaduti, che dentro alla cenere trovano pace da sempre sognata.

E tenendo le porte comunque socchiuse ho lasciato persone ferite e deluse nel viaggio.

Quando volevo partire, quando morivo di nostalgia.

Quando volevo tornare, quando volevo cambiare.

Ho camminato su lame taglienti, malgrado le corde strappate coi denti e le bende macchiate di sangue più rosso del vino bevuto.

Ed ho visto coprire di terra gli amici portando orgoglioso le mie cicatrici, giocando la vita a bruciare del tempo per niente perduto.

E tenendo le mani mai troppo pulite ho lasciato persone ferite sparite nel viaggio.

Quando volevo partire, quando morivo di nostalgia.

Quando volevo tornare, quando volevo cambiare.

E ora che sono più solo di prima, la barca nel porto legata alla cima è uno scheletro nero antracite che dondola lento sul mare.

E consegno i peccati ad un Dio sconosciuto che spero non sappia di come ho vissuto e conosca soltanto il dolore provato nel farmi lasciare, di quando, guardando quegli occhi per terra, ho portato persone alla guerra mettendole in viaggio.

Quando volevo partire, quando morivo di nostalgia.

Quando volevo tornare, quando volevo cambiare.

Enrico Ruggeri

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